Alla vigilia delle Giornate Mondiali della Terra (22 aprile 2024) e dell’Ambiente (5 giugno 2024), che rappresentano ogni anno due momenti centrali della riflessione sullo stato di salute del nostro pianeta, è uscito un interessante studio pubblicato sull’autorevole rivista Nature, dal titolo Sustainability benefits of transitioning from current diets to plant-based alternatives or whole-food diets in Sweden.
La conclusione dello studio – più volte già trattata in questo sito – è che il consumo di prodotti a base vegetale può rappresentare anche un valido contributo alla riduzione degli impatti ambientali sul pianeta.
Nelle parole degli autori, “le diete ricche di prodotti a base vegetale riducono in modo sostanziale le emissioni di gas serra (30-52%), l’uso del suolo (20-45%) e di acqua (14-27%)”.
In modo più analitico, il grafico sottostante (in lingua inglese: PB = Plant Based) indica le differenze di impatto ambientale per ciascuna macrocategoria di alimenti. E questo non solo per la Svezia (Paese nel quale sono nati e operano gli autori), ma a livello globale.
Diete a base vegetale e sostenibilità
Nelle conclusioni, gli autori ribadiscono la sostanziale identità fra alimenti a base vegetale e sostenibilità, intesa nella sua accezione più ampia: “I nostri risultati suggeriscono che il passaggio a diete a base vegetale porterebbe a sostanziali riduzioni dell’impatto ambientale rimanendo, al contempo, in linea con la maggior parte delle raccomandazioni nutrizionali e con costi competitivi con l’attuale dieta media degli svedesi”.