05.04.2023
PRODOTTI A BASE VEGETALE, CONTINUA LA CRESCITA

PRODOTTI A BASE VEGETALE, CONTINUA LA CRESCITA

22 MILIONI DI ITALIANI LI CONSUMANO ABITUALMENTE. ETICHETTA SENZA SEGRETI PER 8 ITALIANI SU 10
 
  • Gli italiani che consumano abitualmente prodotti a base vegetale sono 22 milioni e il consumo è in continua ascesa. 2 italiani su 3 (64,3%) li portano in tavola almeno una volta al mese (e 1 su 4 almeno una volta a settimana) e il 25% di chi ancora non li consuma dice che lo farà in futuro.
  • Il 75,5% di chi li conosce sa esattamente di cosa sono fatti (e il dato sfiora l’80% tra i consumatori abituali). Un dato che indica ottima consapevolezza considerata la “giovane età” dei prodotti a base vegetale. Solo il 3,2% degli Italiani non sa cosa siano.
  • Il merito è anche delle etichette che per i consumatori sono chiare ed esplicite (80,9%), facili da leggere e comprensibili (78,3%), veritiere e non fuorvianti (79,6%). Insomma, chi li acquista sa perfettamente che cosa sono e che cosa sta mangiando.
  • Per i consumatori sono buoni e gustosi (71,3%), digeribili (71,1%), un aiuto per una corretta nutrizione (71%) e per il pianeta (70,3%), fatti sulla base di ingredienti di origine naturale (70,3%) e di alta qualità (70%).
  • Lucilla Titta, IEO: “I plant-based nascono da materie prime vegetali che fanno parte da sempre della nostra alimentazione, come verdure, cereali e legumi. Sono prodotti totalmente differenti dalla carne sintetica (o, per meglio dire, “carne coltivata”), tanto per caratteristiche quanto per composizione e non hanno punti di contatto”

5 aprile 2022 – Sono “il prodotto del momento”. Oltre 1 italiano su 2 li acquista con regolarità (il 25% di chi non li ha mai provati dichiara che lo farà1e registrano, ogni anno, tassi di crescita continua (nel 2022+2,8% a volume2). Sono i prodotti a base vegetale. Ma chi li consuma, li conosce davvero? Ha ben chiare le loro caratteristiche? Il 75,5% di chi già conosce questi prodotti (numero molto elevato di per sé, ancor di più se si considera la “giovane età” di questi prodotti) sa esattamente di cosa sono fatti i plant-based (con punte dell’80% tra i consumatori abituali e nelle fasce d’età più adulta) e solo l’1,4% dichiara di non saperlo (il restante 23,1% dimostra di avere una conoscenza parziale di questi prodotti). Il merito? E’ anche di etichette chiare, comprensibili e veritiere, a cui 9 consumatori abituali su 10 (8 su 10 per i consumatori in generale) prestano particolare attenzione, dimostrando di sapere esattamente quello che mangiano. È questa la foto scattata da un’indagine3AstraRicerche e Gruppo Prodotti a base vegetale di Unione Italiana Food (la più grande Associazione di rappresentanza diretta di categorie merceologiche nel settore alimentare in Italia e in Europa), che ha messo a confronto 1.200 persone tra conoscitori di prodotti a base vegetale, consumatori (abituali e saltuari) e non consumatori, per capire quanto gli italiani sanno dei plant-based e quali pregiudizi, invece, aleggiano ancora.

Partiamo dai numerinel 2022, a fronte di un aumento complessivo delle confezioni vendute pari a quasi a 3 punti percentuali, spiccano gli incrementi a volume a 2 cifre di burger e piatti pronti (gastronomia & salumi + 11,7%); il +2,6% messo a segno da gelati e dessert e la tenuta delle bevande vegetali (+0,4%)4.

Una crescita in linea con quel 16% di italiani che dichiara di voler aumentare l’acquisto di questi prodotti. “I plant-based sono entrati nelle scelte alimentari di moltissime famiglie in Italia”, spiega Salvatore Castiglione, Presidente Gruppo Prodotti a base vegetale di Unione Italiana Food. “Oggi sono oltre 22 milioni i consumatori che li hanno provati e poi inseriti regolarmente nella propria dieta. Una scelta forte e indiscutibilmente consapevole. La ricerca lo conferma: chi li acquista sa bene cosa sono i plant-based e cosa sta mangiando”.

CONSUMATORI SEMPRE PIÙ ATTENTI E INFORMATI A TAVOLA: È CHIARA LA CONOSCENZA DEI PLANT-BASED

Fra gli italiani che conoscono i plant-based, 2 su 3 li consuma abitualmente e 1 su 4 li ha introdotti nel proprio regime alimentare su base settimanale. Solo 2 su 10 non li hanno mai consumati. Tra chi li conosce è alto il livello di consapevolezza sulla composizione di questi prodotti, grazie in primis al fatto che il 79,3% legge le etichette (percentuale che sale fino al 92% presso i consumatori più fedeli). Per i consumatori di plant-based, le etichette risultano ‘esplicite e chiare’ per l’80,9%; ‘facili da leggere e comprensibili’ per il 78,3%; ‘veritiere e non fuorvianti’ per il 79,6%. Solo il 6% considera le attuali denominazioni dei prodotti a base vegetali poco chiare.

Chi li conosce li ritiene buoni e gustosi (71,3%), digeribili (71,1%), un aiuto per una corretta nutrizione (71%) per il Pianeta (70,3%),fatti sulla base di ingredienti di origine naturale (70,3%) e di alta qualità (70%).Spingono il consumo di questi prodotti l’esigenza di variare l’alimentazione quotidiana (41,8%, percentuale che sale tra gli over 55) e la voglia di ridurre il consumo di proteine animali (32,2%).E a chi pensa che i plant-based siano una “moda passeggera”, oltre 7 su 10 rispondono che non è così, perché ormai consolidati nelle abitudini alimentari degli italiani, mentre solo un esiguo 7% li reputa un fenomeno destinato a “sgonfiarsi”.“Questi prodotti – spiega il Presidente Castiglione – sono figli del nostro tempo. E, come tutti i prodotti ‘di successo’, rispondono a un’esigenza, dichiarata e percepita, del consumatore. Il loro mercato è cresciuto negli ultimi anni ed è destinato a crescere ancora per una ragione molto semplice: i plant-based incontrano e appagano le richieste di tanti consumatori. Non dimentichiamo che prodotti come le polpette di melanzane, le panelle di ceci o il latte di mandorle (solo per citarne alcuni) fanno parte da sempre della nostra cultura culinaria. Il mondo delle aziende ha risposto in questi anni a una richiesta crescente del consumatore, lavorando per portare sulle tavole prodotti buoni, di qualità, semplici da preparare e gustare, in linea con la nostra Dieta Mediterranea. Ecco il segreto del loro successo”.

SALUTARI E SOSTENIBILI: I PRINCIPALI PLUS DEGLI ALIMENTI VEG

L’82,7% degli intervistati che conoscono i plant-based ne evidenzia i pregi in termini di “salute”, perché permettono di variare la dieta, perché realizzati con ingredienti di origine naturale e perché consentono di mangiare maggiori quantità di vegetali. Anche sulla sostenibilità dei plant-based quasi 8 conoscitori su 10 (77,5%) sono concordi. Restano dubbi solo tra un 15,6% che pensa erroneamente che questi prodotti siano realizzati consumando molta acqua e producendo ingenti quantità di anidride carbonica“È una credenza errata: numerosi studi hanno dimostrato che i prodotti vegetali hanno un ridotto impatto ambientale”, confermaLudovica Principato,Professoressa Aggregata in Gestione Sostenibile di impresa, Università Roma Tre.“Il cibo che consumiamo ha un impatto diretto sul Pianeta e sull’uso delle sue risorse naturali: in Italia, l’adozione diffusa di una dieta ​ ‘flexitariana’, più ricca di alimenti di origine vegetale (come verdura, frutta, cereali integrali, legumi), avrebbe effetti molto positivi in termini di minori emissioni di gas serra e maggiore risparmio idrico, rispetto all’attuale regime alimentare seguito nel nostro Paese: si produrrebbero gas serra equivalenti a 106 Mt CO2eq, anziché 187; verrebbero utilizzati terreni coltivati pari a 15.000 campi di calcio, anziché 20.000; l’acqua consumata sarebbe pari a 17 km³, anziché 26, con un risparmio idrico equivalente a 3 milioni e 600 mila piscine olimpioniche5 ”.

BURGER VEGETALI VS. CARNE SINTETICA: I CONSUMATORI RICONOSCONO LE DIFFERENZE

Solo il 4,7% degli intervistati non ha mai sentito parlare dei burger vegetali, divenuti ormai uno dei prodotti “iconici” del comparto. E solo 1 persona su 10 (13,6%) tra chi conosce i burger vegetali e la carne sintetica nutre ancora l’errata convinzione che questi prodotti possano essere la stessa cosaPer un esiguo 6% sarebbero addirittura ‘realizzati in laboratorio’Tutti pregiudizi da sfatare“Plant-based e carne sintetica (o, per meglio dire, “carne coltivata”) sono due prodotti totalmente differenti, tanto per caratteristiche quanto per composizione e non hanno punti di contatto. Chi la pensa diversamente ha un’errata convinzione che va sfatata. I plant-based nascono da materie prime vegetali che fanno parte da sempre della nostra alimentazione, come verdure, cereali e legumi. La novità di questi prodotti risiede nel modo in cui questi ingredienti vengono usati per creare qualcosa che prima non esisteva e che i consumatori hanno dimostrato apprezzare”, dichiara Lucilla Titta, biologa nutrizionista e ricercatrice presso l’Istituto Europeo di Oncologia-IEO di Milano“I prodotti a base vegetale vanno considerati come ‘alleati’ che possono aiutarci ad integrare le porzioni di cereali, legumi, frutta e verdura e a mantenere una dieta equilibrata”, conclude la dottoressa Titta.

BEVANDE VEGETALI: 1 ITALIANO SU 2 OGGI NON CI RINUNCIA

9 italiani su 10 conoscono le bevande a base vegetale e tra questi almeno 1 su 2 le consuma abitualmente (50,4%). Le scelgono soprattutto a colazione (65,8%) e merenda (25,7%). I motivi del loro successo sono legati alla dieta (41,7%), ma anche alla voglia di sperimentare qualcosa di nuovo e alla curiosità (35%). “A tavola c’è posto per tutti – conclude Castiglione – e le bevande a base vegetale si presentano come una “scelta in più”, oltre che una necessità per chi non può assumere certi alimenti (come latte o yogurt). I plant-based sono oggi offerti in moltissime categorie merceologiche (bevande, ma anche burger, polpette, cotolette, prodotti al cucchiaio, gelati, dessert, salse, condimenti, etc.), ad alto contenuto di servizio, aiutano a portare in tavola uno degli ingredienti – i vegetali – alla base della dieta mediterranea, considerata nel mondo lo stile di vita più sano e salutare”.

1Dati survey BVA-Doxa/Unione Italiana Food 2022

2Elaborazione Unione Italiana Food su dati Circana 2022

3“Gli Italiani e i prodotti a base vegetale”. La ricerca è stata condotta da AstraRicerche su un campione nazionale rappresentativo della popolazione (18-70 anni). Sono state realizzate 1.200 interviste online, con metodologia CAWI, nel periodo dal 4 al 12 marzo 2023.

4 ​ Elaborazione Unione Italiana Food su dati Circana 2022

5Dati/stime https://planetbaseddiets.panda.org/impacts-action-calculator/italy.

Contatti
Elena Mastroieni
Senior Account Media Relations, INC - Istituto Nazionale per la Comunicazione
Federica Aruanno
Media Relations, INC - Istituto Nazionale per la Comunicazione